- L’hanno trovato riverso in una pozza di sangue, ancora non si è capito se si tratta di suicidio o di omicidio –
- Che importanza ha?! E’ morto, è questo che conta, non rivedremo mai più la sua faccia da drogato in giro – altro tiro altro inferno.
Entrambi sono seduti sulla panchina a tre posti. Da oggi quella panchina ha un posto vacante.
Quello che fuma batte sulla panchina e urla – C’è un posto vacante qui signore e signori! Cercasi un culo nuovo per rilassanti iniezioni di felicità –
La folla di nonni e bambini che si trova nella stessa piazzetta si volta impaurita verso i due, il fumatore e il non fumatore, i nonni prendono per mano i rispettivi nipoti e si allontanano, vistosamente preoccupati.
- Non abbiate paura signori, i vostri nipoti sono ancora piccoli per apprezzare la felicità e voi ormai decrepiti per poterle dare un prezzo ragionevole! –
(Lui)
Iodio era fermo al semaforo. Rosso. Agitato guardava a destra, poi a sinistra, con una strana faccia contorta, allusiva, guardava alle sue spalle. Nessuno dietro di lui, davanti il traffico scorreva vorticosamente, una goccia di sudore gli scendeva sulla fronte, all'interno dell'abitacolo la tensione era palpabile, nessuno parlava. Di colpo Ferro apre lo sportello del lato passeggero, il semaforo diventa verde, e inizia a correre. Iodio estrae la pistola dalla fondina ascellare, senza pensare, con un gesto automatico, come se si trattasse di asciugarsi la fronte ed esplode. Il fumatore sulla panchina ha visto tutto e adesso osserva Ferro venirgli incontro. Piove e la scena è tutta bagnata.
(Lui)
Rame dice: non pensare a l(')oro, apparecchia la tavola periodica e andiamo a magnesio!
s.
Una donna affacciata al balcone sta stendendo il bucato, un lenzuolo, un pantalone, una camicia, un maglione...per un attimo guarda dritto davanti a sé, ci sono due ragazzi seduti su una panchina, uno sta urlando qualcosa, ma lei non capisce bene cosa. Ora il suo sguardo si sofferma su dei bambini che giocano sugli scivoli, si arrampicano per la scaletta, poi veloci sfregano i loro sederi sull'acciaio ridendo, e appena i loro piedi toccano terra sono pronti a ripetere il gioco...
La donna sorride. Nella sua cucina c'è odore di cipolla soffritta, sul tavolo un bicchiere di vino rosso, anche oggi pranza sola.
(La)
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La puntina era ferma sullo stesso solco da quasi dieci minuti, la musica, rotonda, riempiva la stanza, sul letto, sdraiato a pancia in su il non fumatore fissava il soffito bianco. Una chitarra, un amplificatore e una batteria circondavano il letto.
- Devo trovare le forze per alzarmi - pensava - Mi sembra un buon giro questo che ho in mente, devo solo avere la forza di imbracciare la chitarra, attaccare il distorsore e poi tutto andrà in automatico, come al solito -
Il blocco dello scrittore è noto a tutti, tutti sanno che uno scrittore ad un certo punto può perdere la naturale propensione a scrivere e raccontare, molti scrittori ne hanno il terrore e molti altri si illudono di salvaguardarsi, di vaccinarsi, scrivendo ogni giorno, ogni maledetto giorno, almeno una pagina, almeno un pensiero, per esorcizzare il male.
Il problema si presenta in misura del tutto analoga anche per i musicisti.
Sdraiato sul letto il non fumatore era conscio di aver perso il posto in prima fila nella platea sonora della sua stessa testa, la musica, che da sempre aveva inondato la sua vita reale ed i suoi sogni (non meno reali), la musica che lo prendeva in ogni momento della giornata era finita e...non gli restava che spegnere le luci.
(Lui)
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Si sente così da giorni,da un po’ di giorni....più di un anno in realtà.
Un tempo il tetto delle idee e dei pensieri, anche quelli scomodi, gli cadeva in testa quando era da solo. Oggi gli succede anche in compagnia quando dovrebbe più o meno essere confortato dalle presenza di persone care.
Quella cosa che per lui era così naturale, le note che un tempo erano l'esatto prolungamento del suo pensiero d'improvviso si bloccano ma non del tutto, ed è quello uno dei momenti peggiori.
Hai il lampo ma non sei più veloce come una volta nell'afferrarlo.
Sei stanco di tutto di tutti, delle ipocrisie, della vita.
Un timido calcio,di cui ti pentirai, al giradischi.
Il vinile continua a girare la voce parla di una foresta di una ragazza che non c'è mai e di una folle corsa verso il nulla che dura da tutta una vita.
Sembra la tua biografia, questa è l'assurdità ed al tempo stesso la maestosità nel potere della musica....a volte anche se per pochi attimi lui se ne dimentica.
La luce è spenta.
Mesi passati ad osservarsi avvolto dal suo torpore, a volte prova odio verso se stesso altre volte compassione perché non ha la forza di reagire.....
...passano i giorni...molti giorni...
...una forma di vita tormentata, sinuosa,un sorriso ipnotico gli ridanno la forza. La forza della speranza la sente tra le mani quando percuote con rabbia le corde del suo basso, d'un tratto le note ricominciano a scorrere da sole con un impeto inarrestabile.
Milioni, centinaia di idee ,quante sono le emozioni suscitate dai momenti duri e da quelli felici, prendono vita, le lacrime non riescono ad eclissare il potere del di lei sorriso che seppur solo accennato regala gioia a chi ne cercava da tempo...le anime tormentate spesso si attraggono.
Il tremore dei giorni passati ad osservarsi dentro alla ricerca di qualcosa è solo un ricordo con lei di fianco. E’ lì, lei è la musA. la sua voce è come il suono morbido di un vecchio sintetizzatore farsi accarezzare i timpani è pura poesia, i suoi occhi fanno da diapason per molte delle sue incertezze come a volte delle strane reazioni non fanno che amplificarle. il miscuglio di emozioni è pura estasi.
....ma come succede al protagonista imprigionato tra i solchi magnetici tutto si ferma all'improvviso.
Il vortice ricomincia ,stavolta più intenso di prima, mai come dopo un po’ di piacere il male riaffiora con tutta la sua fottuta avidità.
Lontano miglia e miglia da quei luoghi ma la tua mente è lì e a farle compagnia c'è il suo volto. tutto di lei, le visioni, i profumi, i suoni, il calore, tutto ben impresso nel tuo cervello in avaria.......
solo la luce riflessa di un lampione all'esterno della stanza prova a sfidare ,senza riuscirci, il buio che la inonda.
D'improvviso la stanza si capovolge il non fumatore fissa il soffitto ora divenuto suo pavimento non batte ciglio ed ascolta con l'interesse di quando era ragazzino il crepitio che viene fuori dalle casse.
E’ da un po’ che pensa alla scena dell'ultimo atto, un pensiero che spesso dalla sua adolescenza l'accompagnava e che mai come in questo momento della sua vita sembrava palpabile e decisamente risolutivo...
eM DI NOTTE DICIASSETTE SECONDI sono passati, i crackle si fanno sempre più alti, ipnotiche le distorsioni agli orecchi cominciano ad essere figure,negli occhi chiusi tutto è nero tutto è apocalittico mai come quel giorno arrendendosi a se stesso aveva pronunciato la frase:
- Sono stanco.
P.
Una brutta piega
Quanto può costare un’erezione? Quanti peli possono drizzarsi quando avvicino il dorso di una mano allo schermo? Ho tante idee, ma sono sparse, ho perso le istruzioni per ricomporle, le ho prestate ad un amico che era in salita. Non gli sono servite a nulla perché era diverso da me, totalmente diverso.
Accordare un’arpa richiede tempo e pazienza è come fermarsi a riflettere sulla propria vita. Ma quando bisogna fermarsi? E per quanto tempo?
- Ci sono cocci rotti sul pavimento, perché ti ostini a camminare a piedi nudi? -
Sono sceso in cantina senza accendere la luce l’altro ieri, cantavo una canzone per farmi compagnia e con meraviglia di tutti gli abitanti della cantina sono riuscito a scendere le scale senza inciampare.
Il più saggio mi ha chiesto perché ero sceso anch’io giù nella cantina.
– In questo posto non ci si diverte per nulla, si parla tutto il tempo e si è destinati a perdere la vista a causa dell’assenza totale di luce –
Seduto in un angolo un topo mi scrutava e giurerei che sotto i baffi ridesse di me.
Dunque, nella stanza al piano superiore c’erano il colonnello, i due soldati semplici, il Papa, un cuoco del nord della Franca specializzato in fondute, un partigiano reduce emiliano, un alchimista medievale, Orson Wells con la sciarpa di Fellini e gli occhiali di Pasolini, un bue e un asinello, un pompiere pronto a partire che non riusciva a trovare la pertica, un pizzaiolo che lanciava pizze pronte ad attaccarsi al soffitto e che lasciavano ricadere mozzarella e pomodoro incandescente sui vestiti dei soldati. Una tromba risuonava, melodie sbilenche e strazianti.
(Lui)
Non so come l'ho incontrata, pare che mi abbia cercato, ma la mia compagna di strada con la gamba rotta, con la felpa rossa e la stampella di legno chiara si fa portare a casa appoggiata alla mia spalla.
Strada in salita, casa con con scale, casa fantasma, su mare nero.
Casa di sua madre, la Puttana, la Traditrice.
Come tutte.
Rossicapelli Anellioro Biancovestita.
Siamo entrate per rubare, per ROBBARE, per andare a farci finalmente.
Aspetto sulle scale buie e trattengo il respiro (come a ogni angolo questo mondo mi toglie il fiato), aspetto e tremo. Tra poco lei ci sentirà e dovrò scappare, e non potrò, paralizzata dal sogno.
s.
Appoggiata la borsa per il notebook sul tavolo della cucina e la stampella alla spalliera della sedia ora lei mi osserva.
Il bisogno della dose aumenta, gocce di sudere invadono il mio corpo, è la prima pera della giornata, sono le 10 del mattino e non mi sono ancora fatta. Ho scelto, e ho scelto di farmi, per tutti i giorni della mia vita.
Lei è seduta e mi scruta, sguardo indagatore, ma che cazzo aspetta a preparare la roba?
Finalmente si decide, apre la borsa, ma non estrae i soliti arnesi, niente siringa o cucchiaio, stringe nella mano un enorme fallo metallico, uno di quei grossi cazzi vibranti a pile.
- Ma che cazzo! Sei fuori?! Mi trascini fin quassù per prendermi per il culo? Dov'è la roba? Non hai capito che sono a ruota? Devo farmi cazzo! -
- E' esattamente quello che voglio fare, prenderti per il culo, ora tira su la gonna, abbassa le mutande e girati -
Mentre la storpia cerca con eccitazione crescente il vasetto di vasellina nella borsa, il tavolo, la cucina e l'intera casa hanno un sussulto.
- Una bomba!!! -
- Ma che bomba, questo è il terremoto! Presto scappiamo, portami giù -
- Fanculo! -
Corona corre per le scale, capriola fuori dalla casa e fa giusto in tempo a voltarsi per vedere tutta la casa crollare sotto ai suoi occhi, come in quelle implosioni che si vedono alla TV, come il fottuto edificio numero 7.
(Lui)
Ha cominciato a piovere, così all'improvviso, una maledizione per chi ha appena steso il bucato, bisogna correre sul balcone e trarre in salvo lenzuolo, pantalone, camicia e maglione.
- Diamine, ha cominciato a piovere, così all'improvviso, ma che diamine ha questo tergicristallo? Ma perché diamine non funziona? Non vedo nulla, porc'! Ecco, finalmente, è anche scattato il verde, ma che diamine fa questo davanti a me?Hey, muoviti! Ma che diamine! Quello si ricorda di dover scendere proprio ora che è scattato il verde? Sì, sì, corri, bravo, e quest'altro che diamine aspetta a passare...ma che...ma che...hey, ma quello ha una pistola in mano!
L'automobilista resta fermo nella sua vettura, ha paura, è paralizzato dal terrore. Alcune persone sono scese dalla macchina, alcuni passanti scappano, i bambini hanno aperto i loro obrellini, qualcuno grida: - Hey ragazzo! Alzati da quella panchina!
Si sente un boato terribile.
- Oddio, gli ha sparato? - pensa l'automobilista ancora più terrorizzato di prima.
Tutti urlano, c'è un fuggi fuggi generale.
- Il terremoto! Il terremoto!
La stanza del non fumatore vibra tutta, ma lui è convinto che siano le casse del suo stereo, e resta sul letto a faccia in giù sul cuscino, ascolta la musica che ha riempito tutta la stanza, poi si gira verso il soffitto, gli cascano pezzi di intonaco sul viso. Si alza di scatto, ondeggiando cammina verso lo stereo, ma prima ancora che possa spegnerlo, la corrente va via, sente il vibrare della terra.
- Il terremoto!
Corre veloce per le scale, capriola in strada. Un fiume di persone si riversa nella strada, una tossica, una storpia, un colonnello, due soldati semplici, il Papa, un cuoco, un ex-partigiano, un alchimista medievale, Orson Wells, un pompiere, un pizzaiolo, e tutti guardano il palazzo crollare.
(La)
....solo un mucchio di detriti e tanta polvere....
la polvere non fa in tempo a liberarsi in aria che subito è portata giù dalla pioggia.un ammasso informe di mattoni e fango occupano lo sguardo del non fumatore sorpreso, ma non sconvolto dall'accaduto. Le persone sono nel panico, si cominciano a sentire in lontananza le sirene dei soccorsi. Ancora a terra, come chi non trova nessuna ragione plausibile per disperarsi il non fumatore osserva la scena aprendo e chiudendo gli occhi molto lentamente, è del tutto bagnato e sporco di una sottile fanghiglia provocata dai detriti. La sua attenzione è attirata da una piccolo cane che spaventato a morte e stordito dal tonfo lo fissa mentre anche lui accucciato sembra non avere la forza nelle zampe per rialzarsi.
Il non fumatore chiude gli occhi, per l'ennesima volta torna con la mente a qualche minuto prima, al crepitio assordante tra le mura che lo racchiudevano, sottovoce dice:
-Perché il mio istinto mi ha tirato fuori da quella stanza? -
Si alza a rilento, mani in tasca, con fare impassibile guarda freddamente tutto il caos che gli gira intorno dando importanza solo a quello che a flash veloci come coltellate ritorna nella sua mente.
Si gira di scatto una strana distensione nei muscoli del viso quasi come se fosse sollevato dal crollo dello stabile....comincia a camminare.
...grida in strada, gente disperata chi per i propri superficiali possedimenti, chi per i propri ricordi andati persi, chi perché nonostante la situazione rimane un tossico in piena crisi d'astinenza.
Non curandosi minimamente dei problemi altrui pensa ai propri ricordi che proprio non vogliono scomparire. Con passo lento continua a camminare, si volta per un secondo a dare un'occhiata, ogni passo sembra durare un minuto, come se attraversasse una strana porta del tempo ogni volta che una gamba si ritrova a superare l'altra. Con fare quasi disinvolto entra in un bar deserto poiché tutta la gente si era riversata in strada, prende un fazzolettino usa e getta e con una penna lasciata sul bancone da un cliente curioso scrive quattro parole. Esce dal bar, il cane che qualche minuto prima lo fissava gli lancia uno sguardo e prende a seguirlo con passo lento a sua volta. Durante la sua strana passeggiata passa davanti al portone del suo più caro amico, abbandona le quattro parole nella cassetta della posta, un’occhiata veloce alle finestre del palazzo riprende a camminare e volta l'angolo col cane al seguito.
- Rassegnati cane! qualsiasi cosa rappresentasse per te quel cesso di palazzo non c'è più. Rassegnati e prova ad esser libero ora -
.....in strada tutti parlano dell'accaduto,del terremoto e di una nota tossica del quartiere che con fare poco furbo ha derubato una signora nel pieno del trambusto...in una cassetta della posta un fazzolettino da bar con su scritto "sono ancora vivo purtroppo".
Di poco fuori dalla zona calda in un angolo coperto dalle ombre il non fumatore si lascia scivolare con le spalle appoggiate alla parete sudicia di un locale abbandonato, pensa all'ennesima notte che dovrà passare da solo con i propri labirinti mentali e che in quel momento una sua carezza o un suo sorriso gli avrebbero fatto ritrovare, come qualche mese addietro, la forza di rialzarsi. Apre gli occhi chiusi da un po’, si guarda intorno ma è buio comunque, qualsiasi oggetto che emettesse una sola e singola nota in questo momento sarebbe qualcosa di molto utile, allunga la mano il cane è ancora lì vicino a lui, appoggia la testa a terra ed abbandonandosi richiude gli occhi con la stessa ed identica speranza della notte prima, non aprili mai più. E’ stanco.
P.
......it dosen't matter if we all die.....
La pioggia scroscia sui mattoni abbandonati al proprio destino come il sangue gocciola sui cocci di una vita.il respiro pesante fa a gara con l'aria fredda e umida,
l'anidride carbonica cacciata dai polmoni crea piccoli fantasmi che scompaiono come topi intimoriti nel buio pesto delle quattro mura.
Faccia schiacciata contro il pavimento il non fumatore non dà peso ai tagli provocati dai piccoli frammenti di vetro sparsi per la stanza.
Il piccolo cane si avvicina al suo nuovo capobranco come alla ricerca di un po di calore da condividere.
.....occhi chiusi morfeo tarda ad arrivare anche stanotte....
Invidio la sorte dei fortunati abitanti dell'edificio n7, residui di carne mischiati a residui di cemento, nessun rimpianto,nessuna voce nella mente,solo la puzza della carne che marcisce al sole di una giornata d'agosto qualunque.non sento la corrente scorrere nelle gambe ed attraverso il corpo, la mia mente in apnea tra mille riflessioni contiuna a negarsi la morte. ho freddo stanotte, più del solito, sono giorni che non mi lascia andar via....un amico una sera disse -
- Si dice che quando arriva un brivido di freddo lo si ha perchè la morte ti si struscia addosso -
prendimi signora vestita di nero prendimi stanotte. a chi puo importare la dipartita di uno sconosciuto senza casa morto in una fogna abbandonata e puzzolente.
Il non fumatore sopraffatto dalla stanchezza si abbandona con strana consapevolezza al sonno, il viaggio come solito sarà breve, le immagini scorreranno velocemente, un cut-up di ricordi vissuti e di momenti semplicemente desiderati.
NuotoNonFaccioCheRigirareInUnaPiccolaVascaGiro
SuMeStessoGiroNelVuotoVedoFacceAmiche
VoltiFamiliariLaMusicaFiltrataDall'AcquaèPessima
UnaSortaDiVecchioEdInsulsoHeavyMetalAnni80
VedoGliOcchiUnSalutoQuattroChiacchiere
ILSorrisoSempreLoStessoILcolpoAlloStomacoPure
NuotoInUnAngoloGalleggioTraILSognoeLaRealtàTremo
....semplicementeassente....SonoInUnCessoGiroLa
ChiaveNonVomitoEscoQulacheParolaUnAbbraccio
SonoInMacchinaVersoCasaRiflettoNellaStanzaILSilenzio
LaCanzoneSempreLaStessaVicoliDiMontagnaBei
MomentiEchiDiSperanzaSiamoInMacchinaVersoCasa
EchiDisperatiUnoStranoSguardoTuttoStaPerFinire.
Un colpo di tosse fortissimo. il non fumatore sgrana gli occhi come dilaniato da un dolore atroce,senza abbandonare la posizione continua a tossire. un urlo ma privo di qualsiasi voce. il piccolo cane scatta sulle quattro zampe come per porteggere un bambino indifeso,morde l'aria, al buio non c'è nessuno.
Il non fumatore si rigira.un minuscolo pezzo di vetro sul labbro inferiore ,occhi sgranati alla parete, braccia al petto come chi cerca di stringere a se qualcosa di più importante della propria vita.il tremore non va via, un lamento. arriva l'alba.
....is it always like this?.....
P.
- Sarà meglio andare – pensa fra sé il fumatore, scende dallo schienale della panchina dove lo avevamo lasciato e si incammina. Ha le spalle rivolte all’uomo che corre verso di lui e le cuffie agli orecchi, non sente l’esplosione e il frastuono. La pioggia riduce in poltiglia le foglie secche e camminarci sopra procura una piacevole sensazione di alleggerimento, procedere diventa meno pesante, soffici passi, uno dopo l’altro.
- Sono relegato al ruolo di fumatore e allora è meglio accendersi un’altra bionda – ma con la pioggia l’operazione diventa più complessa, bisogna abbassare la testa sull’accendino e fare con essa da riparo alla fiamma: dopo un paio di tentativi la torcia è accesa. Fumare aiuta a riflettere, mentre il freddo esterno è compensato dal fumo caldo che si introduce nei polmoni, la mente cerca soluzioni alle domande che da mesi si annidano nelle pieghe del suo cervello.
- Una volta, intorno ai nove anni, gli chiesi cosa fosse un bit e a cosa servisse, lui mi guardò perplesso per trenta secondi, trenta lunghi secondi che mi fecero pensare di aver chiesto troppo –
- Beh, dunque – accennando un sorriso – Beat è ribellione. Beat è battito. Beat è ritmo. E’ un movimento che si è sviluppato negli anni 50 e
A quel punto la curiosità suscitata da queste nuove informazioni, ricevute per caso, non esplicitamente richieste mi spinse in libreria alla scoperta di questi strani esseri-beat.
In seguito ho appreso anche che il bit è l’unità minima di informazione, un concetto informatico applicato in molti ambiti…come dire:”Zero o uno, o sei beat o non sei beat”.
- Potrei ricorrere ad un doppio nascondiglio, un nascondiglio nel nascondiglio, mettere all’interno della stanza segreta un’altra stanza segreta, in modo che se qualcuno malauguratamente riuscisse a raggiungere la stanza segreta, si ritrovi in realtà nell’anticamera del “vero” segreto, una sorta di matrioska.
(Lui)
Dalla combustione del tabacco e della carta che l'avvolge si sviluppa un fumo contenente quattrocento sostanze diverse, quaranta delle quali cancerogene.
Penso a frasi come queste ogni volta che accendo una sigaretta. Statistiche sulle conseguenze del fumo, elenchi delle malattie che provoca, il numero dei morti ogni anno. Potrebbe essere un modo per attenuare il senso di colpa che ho per le mie 20 sigarette quotidiane o un inconscio tentantivo di smettere, ma non è così. Si tratta di qualcosa di più particolare, di più complesso. Le frasi sono corte, durano giusto il tempo del primo tiro, il più bello, quello più intenso, il più appagante. Il tabacco brucia e l'elenco delle malattie invade i miei pensieri. Elaboro le statistiche sulla mortalità da fumo e la mia gola accoglie la miscela di ossigeno e monossido di carbonio. Si crea un connubio di impulsi elettrici negativi e materia gassosa, una strana alchimia che unisce i due elementi e avere la consapevolezza che basti un soffio per scacciarli dal corpo mi esalta. Mi faccio del male per provare piacere.
Uso il fumo come elemento purificatore e questo processo funziona per tutto, per ogni mia preoccupazione, per ogni delusione. Ansia, ira, agitazione, incertezza, oppressione...mando tutto in fumo.
Ero venuto qui convinto di averlo incontrato, lo vedo marcire su questa panchina tutti i giorni e proprio oggi che avrei voluto parlargli non c'è. La solita sfiga. Però non si sta male in questa piazzetta, i bambini che giocano, i nonnetti che discutono, sembra una patetica scena di un film ma è rilassante, quasi quanto fumare una sigaretta. E come ogni banale scena del genere non poteva mancare l'invalida, felpa rossa e stampella di legno chiara e la ragazza che l’aiuta a camminare. L'accompagnatrice sembra di conoscerla, ha un viso familiare, sembra quella ragazza che non conosco ma che ho sognato un paio di volte...possibile? Ma sì, è proprio lei, la ragazza del sogno. Sembra deperita, non ha una buona cera. Che strana sensazione.
Devo fumare. Il tempo sembra che stia cambiando.
- sarà meglio andare.
C!
- Quello che ascolto adesso è rumore, non musica, rumore bianco, filtrato e colorato. Sono andato oltre la musica, perché mi annoia l’armonia e la cura delle produzioni – queste erano le parole che era solito pronunciare quando si parlava di musica e veniva chiesto il suo parere. Una frase testata e migliorata nel tempo, per riuscire a spiazzare e colpire il “pubblico”. Lui era un’icona nel circuito underground cittadino e in tutti i modi doveva mantenere la sua posizione, spiazzante, sul mondo e soprattutto su tutto ciò che riguardava l’arte, cioè sul mondo.
Non riusciva a credere che il lord fosse morto, era sempre stato un elemento fisso di tutta la troupe, un’ancora per tutti, fonte di sapere e fedele rivenditore di ogni sorta di droga.
Da oggi trovare le sostanze per emigrare momentaneamente da sé sarebbe stato più complicato. In città non c’era un vero e proprio circuito, il lord, era lui che sapeva chi contattare e come, il resto della troupe era sempre stato all’oscuro di tutto. In effetti mentre continuava a riflettere sull’accaduto era arrivato alla conclusione che in realtà non gli importava un cazzo del lord, era soltanto il Pusher, l’unico Pusher che aveva mai conosciuto, e adesso la sua assenza si sarebbe fatta sentire.
- Clarke non è mai stato nello spazio, eppure ne ha scritto e trattato “decentemente” nei sui libri –
- Ma la tossicodipendenza non è un luogo di fantasia, tu stai parlando di persone reali nel tuo libro, stai parlando di un fatto, delle sensazioni e delle emozioni che si provano o mi sbaglio? –
- Per nulla, non sbagli, sto scrivendo di persone come te, delle tue sensazioni e delle tue emozioni, anzi si può dire che sto scrivendo di te, sto scrivendo della tua storia da tossico, non da un punto di vista etico morale, ma semplicemente come uno storico che scrive la storia di Napoleone o Alessandro Magno, e comunque neanche lo spazio è un luogo di fantasia –
(Lui)
PL-55x
Piove, e se hai dei panni da stendere è un bel guaio. La giovane donna ha attaco lo spago alla buona, ha appeso il vestiario ad asciugare, ricreando così un pezzo di Forcella nel suo bagno. Sta cucinando spezzatino di carne, anche oggi pranzerà sola, ma prima di sedersi a tavola decide di mettere su un disco.
Il giradischi è nel salottino, lei non ha un'idea preisa di cosa vorrebbe ascoltare, e spulcia tra i suoi venili. Non ricordava di avere quel disco di Battisti, non lo ascoltava da tanto tempo, era ancora una bambina quando sedeva sul divano ad ascoltare "Gente per bene e gente per male", una canzone che le aveva rivelato l'esistenza di pregiudizi sociali. Il disco sta girando, la puntina solca il venile, lei ricorda tutte le parole della canzone, la ascolta di nuovo, e di nuovo ancora. Va in cucina a bere un bicchiere di vino, anche oggi pranzerà da sola, forse non per sempre, ma non più con lui che è morto, e quella canzone che sta suonando lei avrebbe voluta fargliela ascoltare, lui forse la conosceva, forse no, non lo saprà mai, e si versa un altro bicchiere di vino, afferra un mestolo, lo immerge nel tegame, prende i pezzi di carne più grandi, li adagia in un piatto, li ricopre con sugo alla genovese e il profumo di cipolle le invade le narici, poi si siede a tavola, inizia a mangiare. Con due dita tira su dal piatto i pezzi di carne e se li caccia in bocca, masticando con avidità, con gli occhi sbarrati. Forse così si era sentita Rosetta mentre mangiava con la madre dopo aver capito di essere morta e tuttavia respirava ancora, o questo intendeva Michele paragonando l'umanità a Lazzaro? Questa è la morale della favola raccontata da Pasolini, "essere vivi o morti è la stessa cosa"?
Una scossa la desta, il terremoto ha fatto crollare un palazzo qualche isolato più in là, ma la mente della donna torna alla canzone, e il disco continua a girare: "...sei troppo ignorante, odori di gente che non conta niente, paura ci fai...eppure io sono buono, ma sarà, vi porto un po' di vino, non ci piace, e son di compagnia, va all'inferno e così sia..."
(La)
....oltre il muro solo il silenzio,oltre il muro solo ghiaccio e silenzio......
La zona non era tra le peggiori della città,il problema fondamentale è che era la città ad essere uno dei posti peggiori del mondo.
Il quartiere era abbastanza ampio, non di quelli assolutamente malfamati, ma di quelli ancora più spiazzanti, dove potevi assistere alla falsità delle apparenze ed alle veritiere facce affamate di vivere, in modo umano, che giravano soprattutto a tarda sera.
L'edificio n7 era tra le costruzioni più grandi della città, era immenso, un quartiere nel quartiere, costruito durante gli anni 80 era divenuto grazie alla sua particolare struttura una sorta di luogo dove poter vivere una seconda vita. L'edificio n7 aveva un seminterrato grande quanto la superficie stessa ma che si estendeva oltre nel sottosuolo, a mo' di piccola rete sotterranea, con tanto di box adattati a stanze dai soggetti meno rassicuranti della zona. Era un posto off limits anche per i gendarmi era la terra di nessuno, dove mai un medio borghese avrebbe fatto camminare le sue scarpe da 600 euro,anche perché avrebbe mandato altri al suo posto alla ricerca dei pusher, ma dove non giravano solo elementi poco raccomandabili.
Il non fumatore era una delle figure più anomale che si potessero vedere in giro per quella strana isola sotterranea. Il non fumatore, oltre ad esser tale, era un non bevitore e un non affetto dall'amore per gli additivi, girava per ore per i cunicoli, salutava persone, regalava sorrisi ma sempre totalmente alienato da tutto quello che gli girava intorno. sempre con una manciata di note nella testa, mai in un posto fisso, mai con le stesse persone, tranne quelle di cui aveva veramente stima, a volte schivo, solo a causa della sua timidezza ,quando ne aveva occasione era espansivo sempre con una parola di conforto per tutti, ma mai per se stesso.
Il luogo era meta di tossici, musicanti, pusher, prostitute, di chi era in cerca di questo o quello, ma anche semplicemente di gente che girovagava come se si trattasse di un club qualsiasi.
Giravo come al solito per la città, osservavo le facce degli zombies che la popolano, mi fermai su di una panchina lì vicino al n7 . Ero con amici, qualche risata e fu lì che ebbi modo di parlarle la prima volta. Gli incontri casuali antecedenti erano il classico scambiare battute per assicurarsi che tutto vada bene, per un sorriso, insomma i piacevoli incontri che magari per qualche ora ti facevano star su di morale. Parlammo di cose miste, il suo sorriso come sempre era indecifrabile tutto di lei mi rendeva curioso di conoscerla meglio ed era tutto una mezza sorpresa visto che prima non avevamo scambiato più di qualche battuta qua e là. Quella sera, qualche ora più tardi, sorrisi per delle cose di cui discutemmo, faceva caldo e mi riversai per strada con i mie pensieri. Ci lasciammo dicendo - Qualche volta ci vediamo - di lì in poi successe spesso ma l'incontro decisivo avvenne un anno o poco meno più tardi.
Guardo la parete che ho davanti agli occhi. Oltre le mura finalmente c'è un po’ di silenzio e non si sente più lo sbraitare delle persone alla ricerca di soccorsi. Faccio fatica ad alzarmi, agli angoli della piccola finestra l'umido diventato ghiaccio comincia a sciogliersi grazie alla presenza del sole.
- Cane sei ancora qui? Grazie per aver vegliato su di me stanotte -
Come ti sia saltato in mente di seguirmi proprio non lo capisco eppure a volte faccio l'effetto inverso
Come se l'essere sincero non faccia altro che essere un difetto, come se fosse il LA per il distacco delle persone. Rifletto da tempo alla ricerca di una conclusione anzi non di una conclusione ma di una soluzione che so non arriverà mai, del resto le conclusioni e le soluzioni più le si cercano più non si trovano.......Beh piccolo quadrupede tu non capisci le mie parole, forse è quella la chiave del tutto.
Il non fumatore pensa al giorno che è appena iniziato, al fatto che nessuno lì fuori si stia interrogando su quale fosse stato il suo destino dopo il crollo della sua abitazione. Nessuno ne sentirà la mancanza? Non sembra molto preoccupato invece di quale sarà la sua nuova dimora. Una zia che abitava nelle vicinanze gli diede il permesso di usare la propria cantina per suonare quando era adolescente, magari potrebbe usarla ma per il momento si sente come il locale in disuso che lo sta ospitando e non gli dispiacerebbe piantare ancora per un po’ i propri pensieri tra quelle mura.
Si guarda bene intorno, con la luce del sole può rendersi meglio conto del posto in cui si trova. In un angolo delle cose ammucchiate, ma con un certo ordine, le osserva ma non le tocca. Sono di qualcuno. di nuovo lo sguardo alla finestra poi un occhiata al bastardino accucciato ai suoi piedi.
- Buongiorno anche a te cane. -
P.
In quelle lande c'era stato spesso e sempre nel periodo più freddo dell’anno, adesso aveva intenzione di parlare con il suo socio per chiarire la sua posizione su tutto quello di cui discutevano ormai da mesi. Si incontrarono come prestabilito nel locale più vecchio della zona, un ritrovo buono solo per la feccia e per aspiranti derelitti. Un posto che non si confaceva al loro tenore di vita, né al loro livello culturale. Entrambi si ritenevano fieri di frequentare e di condividere queste situazioni, come alcuni imperatori romani che non disdegnavano di frequentare le zone più basse della società, dove le ipocrisie legate al proprio ruolo sono quasi inesistenti, perché il ruolo che nella società occupano queste persone è del tutto marginale. Dopo un rapido scambio di saluti il discorso si fece subito vivo e i motivi dell’astio accumulato vennero subito a galla.
- Improvvisamente tutte le tue teorie anarchiche e nichiliste sono andate a puttane?! – la rabbia con cui stava apostrofando l’amico aveva spaventato anche lui – Per anni ti comporti come un artista incompreso e pronto a mandare a puttane tutte le regole e poi che fai? Tiri il freno a mano, metti la freccia, guardi negli specchietti e gentilmente fai un’inversione a U? – il lord non riusciva a credere a quello che stava sentendo – Ma…Aspetta che c’entra…e tu allora?- più grinta di prima, più rabbia, si stava per raggiungere il punto di non ritorno – Ti fai raccomandare, trovi un buon impiego, compri casa, trovi una ragazza-moglie-mamma, perché ormai hai anche bisogno di una donna di casa e di scopare quando ti pare, e gratis! Mi fai schifo! E poi vieni a parlare di arte e di come siano ridicoli i benpensanti? Hey amico tu hai guidato la macchina del primo ministro, hai affisso i manifesti del suo partito nelle scorse elezioni, ricordi? Come puoi ritenerti ancora degno di parlare d’arte e di libera espressione? Tu non sei più libero, guarda nel tuo portafogli, hai le carte di credito e te ne vanti, sei stato acquistato dal libero mercato! –
La discussione era stata tirata per anni, i due non avevano mai parlato così apertamente e non si era mai giunti ad uno scontro diretto con accluso lancio di secchi di merda.
(Lui)
- Ho trovato nella cassetta della posta un fazzolettino da bar, te lo leggo:"sono ancora vivo purtroppo".
Sembra la tua scrittura.L'hai scritto tu? E se l'hai scritto tu, perché proprio a me, se mi stai vomitando addosso le tue merdate?
Che diamine vuoi dirmi, eh?
In quel momento la cameriera si avvicina al tavolo, prende i bicchieri vuoti e li mette sul suo vassoio, poi con uno sguardo e un'intonazione da troietta chiede: - Bevete altro?
Non ha una bella c'era, sembra deperita.
(La)
I mezzi tecnici mi limitano, l’esperienza mi frusta, mi frusta con violenza, il tempo mi infastidisce. Fondere le esperienze, fondere i termini per sniffare la merda, merda, vero baluardo di libertà. Le mie mani puzzano di cadavere in putrefazione eppure nessuno si ritrae, solo un vegetariano si allontana disgustato, ma lui il pesce lo mangia e allora mi vien da dire: “Che razza di estremista sei? Un assassino, ecco cosa sei, un assassino…mercy killer…”.
Sono confuso, questo è palese, provate voi a correre inseguiti da una bandiera rossa alla vostra destra, un braccio con svastica alla vostra sinistra, davanti l’€ e dietro un fiume di petrolio. Non è facile e non è facile neanche chiedere da accendere, tutti hanno paura che il fiume si infiammi, ma io cerco di spiegare loro che questo è difficile, improbabile, il petrolio o meglio i giacimenti di questo minerale sono allo stato solido, bisogna estrarre, estrarre per ottenere energie pronte all’uso. Salto da un lato all’atro - il Lord è in perenne osservazione, ed intanto è invecchiato – Sembra un mare in tempesta, un esplosione di suoni, di distorsioni, di tagli, ma in realtà è tutto prestabilito, tutto chiaro tranne al lettore, che giunto sin qui vorrebbe trarre delle prime impressioni oppure degli spunti per la sua prossima tesi, ovvero che il romanzo a più mani è…Senza elettricità statica il mio cervello tende ad andare in loop, mi rendo conto della difficoltà, dell’immane sforzo che vi richiedo, ma cercate di capirmi, è l’unico modo in cui oggi riesco ad esprimermi…Vi ho detto tutto di me!
(Lui)
Il non fumatore ha lo sguardo perso nel vuoto, come se stesse pensando
a correre inseguito da una bandiera rossa, da un braccio con svastica, dall’€, da un fiume di petrolio, e forse non fuma proprio perché nessuno gli farebbe accendere una sigaretta per paura che il fiume si infiammi.
La ragazza chiede ancora: -Bevete altro?
Nella cucina il cuoco prepara hamburger, mentre fruste elettriche montano a neve albumi,mentre un pescatore se ne sta seduto al bordo dell'acquario a pescare, mentre il Lord aspetta il dolce di ricotta con pezzetti di cioccolato fondente, proprio in quel momento il Lettore volta pagina.
(La)
Il lettore ha appena voltato pagina quando un brivido di stupore lo raggela.
Davanti ai suoi occhi una pagina bianca. Volta pagina...niente...ancora una e un altra, due, tre...niente...solo pagine bianche...il libro è incompleto. Il racconto si interrompe lì.
Vecchia storia questa. Una scena vissuta e rivissuta centinaia di volte e sempre la stessa reazione dopo aver riletto ciò che ha appena scritto. E come sempre gli occorono alcuni secondi prima di rendersene conto. Ha Scritto tutto di getto, per ore, ininterrottamente. Ha scritto come un forsennato, vorace, veloce, senza distrarsi un attimo, come se non potesse fermarsi,come se fosse inseguito da qualcuno. Velocesemprepiùveloce. Mai fermarmarsi, mai voltarsi. Velocevelocissimo scrivere, correre, scappare. Quando scrive non può fermarsi, quasi come se stesse rincorrendo qualcuno.
Velocevelocissimo deve scrivere, correre rincorrere. Non deve fermarsi, non può smettere di scrivere perchè i pensieri sono più veloci della sua mano. La penna sputa inchiostro a gran velocità su decine di fogli, fino a quando tutto finisce di colpo...stop, fine della corsa! La mano, non scrive più,è ferma, è fermo lo scrittore, il suo pensiero è fermo.
Come ogni volta, non sà cosa ha scritto, e non può fare altro che rimettere a posto le pagine, leggerle e scoprirlo. Come ogni volta è il primo lettore di
quel racconto, il primo a leggere quelle storie. Come ogni volta l'ansia l'assale perchè il racconto è incompleto e senza un ordine, sensa un filo logico. E' ansioso pechè non conosce la sorte di quei personaggi apparentemente diversi tra loro, con storie diverse ma in qualche modo legati. Chi è il fumatore? E il non fumatore? Cosa li lega al Lord? E tutti gli altri personaggi? La tossicomane, la storpia, il cane, il colonnello, i due soldati, il Papa, il cuoco, l'ex-partigiano, l'alchimista medievale, Orson Wells, il pompiere, il pizzaiolo........che ruolo hanno? Che senso danno al racconto?
...sii paziente lettore, aspetta. Aspetta che lo scrittore si impossessi di nuovo della tua manoveloce e non farti trovare impreparato. Preparati di nuovo a scrivere, a correre, a scappare, a rincorrere!
C!
La ragazza inspanzientita chiede ancora: -Bevete altro? Sentite, se non volete altro dovete andarvene, spaventate i clienti!
Il non fumatore guarda la ragazza, non ha una buona cera, sembra una che ha voglia di spararsi qualcosa nelle vene e che cerca di mantenere il controllo di sé.
-'affanculo, tu spaventi i clienti con quella faccia da tossica...uhm...portami una birra...
(La)
E' sera, al parco non c'è nessuno. Gli alberi dialogano tra loro, le panchine sono vuote e zitte, le altalene e gli scivoli sono inghiottiti dal buio, le pozzanghere si sono rimpicciolite e presto si prosciugheranno. La ragazza sembra deperita più del solito, non ha una buona cera, si aggira nel parco sperando di incontrare qualcuno, un qualcuno che l'ha sognata, un qualcuno che può venderle la roba, un qualcuno che la vestirà di bianco, le tingerà i capelli di rosso, le darà anelli d'oro, e così anche lei sarà come tutte...forse...
...un cane le sta correndo incontro, ma lei non è spaventata, il cane le corre incontro perché la conosce, si erano persi durante il terremoto.
- Buona sera anche a te cane!
(La)
La Ragazza deperita segue il cane che scodinzola fino alla panchina dove stanno seduti il Fumatore e il Non fumatore, uno sta rullando una canna, l'altro ha appena acceso una radiolina. Nell'aria si diffonde un' allegra musica di Rock 'n'Roll.
Ecco ora ci sono tutti e tre: Sesso Droga e Rock 'n'Roll...
(La)
Ero leggermente infastidito da quella radiolina rossa del cazzo. Era una delle prime radioline portatili a transistor, degli anni 70 credo ma ancora funzionante, qualcuno oggi la definirebbe "vintage", ma nonostante l'aggettivo accattivante, il suono stridulo che emanava mi disturbava. Il monoaltoparlantetagliafrequenze mi uccideva e i problemi di sintonizzazione non facevano altro che accentuare la tortura uditiva. Leggera sofferenza stampata sul viso. Mani tremolanti. Canna in preparazione. Afghano polverizzato. Tabacco pronto. Cartina pure.
- Filtro?
- Lo sapevo! Possibile che dimentichi sempre di prepararlo prima?
- Che ti frega, nemmeno fumi tu!
Vabbè non era un problema, avevo sempre la mia modesta collezione di biglietti di propaganda elettorale in tasca.
- Chi mi fumo oggi? Radicali?
- ...mmm no, troppo scontato!
- Quello dei Verdi è di carta plastificata…
- Coglioni!
- Ex comunisti? Ex fascisti? Ex socialisti?
- Ci vorrebbe qualcosa di nuovo…uddiccì-udeur-ciddiù?
- Eh no, sono ex democristiani. Oddio non c’è più gusto nemmeno a fumarsela sta gente. Menomale che ne ho ancora qualcuno del nano!
Posizionai la spirale di cartoncino tricolore e la mistura di tabacco e fumo sulla cartina. Testabassa, polliceindice destro, polliceindice sinistro, rotazione! Le cose stavano andando meglio. Anche la radio si sentiva meglio, era sparito il disturbo...let's rock!!!
Alzai la testa per poter leccare più comodamente la striscia di colla e mi accorsi della sagoma che avevo di fronte. Si era avvicinata mentre preparavo lo spinello. Aveva con sé un cane che scodinzolava felice sotto le carezze di quelle mani dalle lunga dita affusolate.
- Mi fai fare un paio di tiri?
Una ragazza. Era vestita di nero come un fiore spento e bruciato. Un sorriso appena accennato su quel viso deperito. Era lei, la ragazza del bar, la ragazza del parco, la ragazza del sogno.
- Lo prendo come un sì…
Chiusi definitivamente lo spinello mentre pensavo a lei, senza riuscirmi a spiegare perchè questa ragazza, una delle tante che conoscevo solo di vista, stesse diventando un ossessione.
Presi la Zippo dal taschino della giacca (troppo "vintage" intorno a me) e le passai canna e accendino facendole cenno di accenderla.
- Se mi fai spazio mi siedo…così mi racconti anche questo benedetto sogno!
Avevo sentito bene? Stava parlando proprio del mio sogno? Come aveva fatto a sapere che l'avevo sognata? Non gli ho dato molta importanza e non ne avevo parlato con nessuno, era impossibile che qualcuno avesse potuto dirle qualcosa.
- Mettiti qui. Io vado a fare un giro, prima che m'affumicate. Andiamo cane!
Con un fischio attirò l'attenzione del cane e insieme si allontanarono. La ragazza si sedette al mio fianco, fece tintinnare il coperchio della Zippo e l'accese, avvicinò la fiamma alla canna che teneva tra le labbra e diede una lunghissima boccata. Inspirò il fumo chiudendo gli occhi, era estasiata e sembrava non le importasse più del mio sogno. Mi girai verso di lei mentre soffiava il fumo verso l'alto riaprendo gli occhi. Avvicinò lo spinello alla mia bocca per farmi fumare. Poi mi accarezzò il viso e ci baciammo e ci abbracciammo e ci toccammo e ci unimmo lì, su quella panchina del parco, immersi e avvolti nella semioscurità, travolti dalla potenza sonora della radio rossa che urlava ancora un potentissimo rock'n roll.
- E'questo che hai sognato?
- ...si, ma avevi i capelli tinti di rosso ed eri vestita di bianco.
C!
Ricordo quando il Lord mi parlò del furto che subì prima di trasferirsi. Era un discorso lontano dal mio modo di vedere le cose e di percepire la proprietà o il valore degli oggetti.
- Sì, è vero si sono introdotti nel mio appartamento, hanno rovistato ovunque, nei cassetti, sulle mensole, negli armadi, alla ricerca di denaro e oggetti preziosi, ma le uniche cose che per me sono preziose le hanno lasciate intatte, anzi il bello è che non si sono per nulla accorti del loro valore. E’ fantastico ritenere che solo dischi e libri abbiano valore, non valore materiale, ma valore per i loro contenuti, perché possono “impressionare” e cambiare i miei pensieri e quindi la mia vita. Anche il denaro ha questo valore, ma per me esso è un semplice amplificatore non distorcente degli stati già insiti in un uomo e che quindi non contribuisce a realizzare una vera crescita, cioè un’evoluzione o una involuzione. Hanno rubato dei soldi è vero, ma non per questo mi dispiaccio, posso comunque continuare a lavorare e a guadagnare il poco che mi occorre per vivere: questo furto mi è stato utile, utilissimo, mi ha fatto comprendere che in realtà sono libero, non legato ai beni materiali, anche se in ultima analisi dischi e libri rappresentano beni materiali, ma ripeto io sono legato al contenuto, non al valore dell’oggetto in sé. Se avessero rubato tutta la mia libreria mi sarebbe dispiaciuto, non avrei più potuto prendere un libro e con esso viaggiare indietro nel tempo, a quando lo avevo acquistato, al perché di quella scelta e a tutti i momenti collegati ad essa. Prendendo in mano una banconota non ho nessuna emozione, mi viene un prurito, una sorta di allergia un po’ come in quel film di Elio Petri. Non ho nulla di valore per un ladro, non sono ricco per un ladro, ma sono ricco per me stesso –
- Ma anche i libri e soprattutto i vinile hanno un valore che nel tempo cresce, quindi nel possedere questi oggetti sei destinato a diventare “ricco”, non so se riesco a spiegarmi –
- Certo, ho capito, ti seguo, ma io confido molto nella tecnologia e spero che la digitalizzazione delle informazioni possa risolvere, almeno in parte, questo problema. Mi spiego meglio, non è certo la mia generazione che ne usufruirà, visto che molti di noi sono ancora legati alla forma e alla consistenza di un libro o ancor di più, come dicevi tu prima, alla meraviglia nel vedere girare un vinile, ma tra qualche decennio la carta e altri supporti per le informazioni saranno del tutto dimenticati e obsoleti e con essi tutti i problemi legati alla loro conservazione, probabilmente riusciremo a trasportare i contenuti direttamente nel nostro cervello e quindi sarà più complicato riuscire a rubarli, in quel caso il ladro incorrerebbe anche nel reato di omicidio, staccami la testa dal collo adesso brutto stronzo! –
(Lui)
Il Lord e il ragazzo continuano a passeggiare per il parco, si fermano a qualche metro dalla coppia che sta copulando sulla panchina. Il Non fumatore e il cane, entrambi scodinzolando, sono tornati a sedersi sulla stessa panchina dove quei due riescono a fottere e a fumare uno spinello contemporaneamente. Il Non fumatore si limita a cercare un altro rock'n roll da fare suonare alla radiolina rossa. Ci sono 5 personaggi. Sei, contando anche il cane. Sette, contando anche la radiolina (omaggio a Pennac): il Lord, il Giovane, la Radiolina rossa, il Cane, il Fumatore, il Non fumatore, la Ragazza Deperita (altro che deperita!...a giudicare da come stringe tra le sue gambe il Non fumatore).
Il Lord tossisce imbarazzato, il Giovane commenta che è uno scandalo quella visione. Che visione? E' il caro e vecchio terzetto "Sesso, Droga e Rock'n Roll"! Ma il Lord sembra non gradire, mentre il Giovane scuote la testa e si lancia in un'arringa accusatoria: - Dovrebbero vergognarsi, sono davvero demodé! Il solito "sesso-droga-rock'n roll" è passato di moda da un pezzo!
- Passi per il sesso! - lo interrompe il Lord - E passi anche la droga! - incalza il Lord sempre più indignato - Ma quello che proprio non si sopporta è il Rock'n Roll! - dice scandalizzato il Lord - Va bene il sesso, va bene la droga, ma...il Rock'n Roll...NO...il Rock'n Roll è intollerabile, non è ammissibile!! - continua sconvolto il Lord, mentre il Giovane annuisce a quelle parole lanciate nell'oscurità del Parco.
Il cane scodinzola allegro verso loro, il Lord lo accarezza, il Giovane lo imita.
- Hey, lascia stare Socrate e Platone! - urla il Non fumatore al cane.
- Socrate e Platone? - chiede il Giovane.
- Ah, scusate, nel buio ho creduto...beh...vi ho scambiato per due tizi...scusate...siete Virgilio e Dante? - insiste il Non fumatore
- Ma vaffanculo giovanotto - si congeda così il Lord, fa segno al Giovane di andare ognuno per la propria strada, e va via. Il Giovane si volta e segue il Lord.
(La)
Il Lord si gira - Non hai sentito ragazzo? Ognuno per la sua strada, non me lo sono sognato, quindi vaffanculo da un'altra parte-
- E invece oggi la mia strada è la tua strada amico,sai che quello che hai detto sul rock'n roll... è davvero molto bello e interessante, se ci rifletti, sempre se sei capace, oppure parli senza sapere quello che dici? Dunque sesso & droga, che vuoi farci, NECESSITA' ASSOLUTA direbbe il saggio anche se con qualche differenza (per la droga il regno smaccatamente deterministico dell'avidità che invoca il termine ultimo, quello senza altro nome e luogo che il fondo delle cose- sempre lì in un dove. per il sesso necessità plurale e mobile a distanza da sè stessa- tanti nomi e luoghi e corpi quante sono le possibili irrealtà) Ma il rock'n roll è fuori dal giro!!! fuori dalla necessità assoluta e tanto più fuori dalla libertà, scandalosamente contingente e singolare e...affermativo...
- Afferrato il concetto, non ti sforzare a fare sfoggio di aggettivi che poi sono loro a fare sfoggio di te. Comunque non è quello che volevo dire...leggi troppi libracci...ma sei giovane ok va così...
s.
Il lettore è stanco, non ha ancora capito dove vuole andare "a parare" sta storia.
Che storia è poi? Drogati, barboni, pervertiti, un cane e oggetti vari che affollano queste righe senza che ci sia una "cornice" a contenere il tutto.
Il lettore vuole smettere di leggere questa storia, tenta di allontanarsene, tenta di dimenticarla, ma non ci riesce, e torna da quegli improbabili personaggi, torna ad ascoltare la radiolina rossa, torna ad accarezzare il cane, torna a sedersi sulla panchina.
Ora il lettore è parte della storia, ne è stato inghiottito, non sta vivendo quello che vivono i personaggi, ma sta osservando ciò che quelli vivono da quelle righe senza cornice come se ne fosse stato risucchiato...e comprende in quel momento di essere la "cornice".
(La)
Oramai era stanca e suscettibile a tutto...quei due chiaccheroni hanno chiesto un'altra birra e da dietro lo spillatore li osserva(tra sé e sé):«...Cosa mai hanno tanto da dirsi..;sicuro penseranno che necessito di una dose di chissá che. Ho solo bisogno di spararmi in vena una dose di silenzio magari accompagnata dalla chimica di una penetrazione profonda e quei sospiri orgasmatici..».
Lei di solito é taciturna, non tiene testa durante le conversazioni, non ama la sua voce, preferisce il silenzio!!!
Posando la birra sul tavolo ne cade una goccia, alza lo sguardo ma pare nn se ne siano accorti. Sfila una sigaretta dal suo pacchetto. Si trascina fuori e si lascia cadere su di uno scalino, alla prima boccata del suo ossigeno si rilassa, il grigiore del suo volto si trasforma alla luce del lampione in bianco candido, socchiude gli occhi cerchiati di viola, le sue labbra si permettono di abbozzare un sorriso distendendo le gambe e reclinando il capo all'indietro.
Aveva proprio bisogno dell'oscurita della notte e delle artificiali luci della cittá, aveva bisogno di quel silezio mentale.
La tranquillitá uditiva sparisce con l'uscita di quei due, si dirigono nella direzione opposta e lei ne è felice.
È stanca di sorrisi finti.
Alzandosi «...mezz'ora di pulizie ed é finita!!! Ho bisogno di far sesso, come nel mio sogno...»
Pi
2 commenti:
Mi è piaciuto molto il tuo racconto, spero ne scriverai ancora altri
Uhm...è più di una persona a scrivere questo racconto...
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